Scenari artistici - Interviste - Parole Spalancate Lello Voce
Attivo dal 1995, il Festival Internazionale di Poesia di Genova “Parole Spalancate” è la più grande e longeva manifestazione italiana di poesia
Festival, poesia, Genova
2231
post-template-default,single,single-post,postid-2231,single-format-standard,ajax_fade,page_not_loaded,,paspartu_enabled,paspartu_on_bottom_fixed,qode_grid_1300,qode-content-sidebar-responsive,qode-child-theme-ver-1.0.0,qode-theme-ver-13.2,qode-theme-bridge,wpb-js-composer js-comp-ver-5.4.5,vc_responsive
 

Scenari artistici – Interviste

Scenari artistici – Interviste

SCENARI ARTISTICI – INTERVISTE. Dialoghi con gli artisti partecipanti al Festival Internazionale di Poesia di Genova
Rubrica di Laura Capra*


INTERVISTA A LELLO VOCE, A CURA DI LAURA CAPRA

lellovoce– Lello Voce –
«Quest’emozione nel polmone/questo fiato rumoroso della situazione
che per un istante sembra utopia/ma poi è già silenzio: era solo poesia…»

Dal libro Farfalle da combattimento (inVersi Bompiani, 1999, p.51), Scenari artistici-Interviste, si apre oggi a Lello Voce: poeta, scrittore, performer, tra i fondatori del Gruppo 93, della rivista letteraria Baldus e del World Poetry Movement. È uno dei pionieri europei dello spoken word e della ‘spoken music’, nel 2001 ha introdotto in Italia il Poetry Slam, primo EmCee al mondo a condurre uno slam pluringue, Presidente onorario della L.I.P.S. – Lega Italiana Poetry Slam.

Il taglio che incide il ritmo. La pupilla nell’avanguardia-frapposta. La vena che si fa strada nel bit, il bit che dal cervello giunge alla gola. La discussione che impregna le rime, la lirica ostile. L’Io è accantonato, la polemica è matrice sonora, il ritmo è sperimentazione discussa.

Benvenuto Lello, la rete ci accoglie in questa sezione diversificata, adorna di virtualità, per questa ragione vorrei lasciare a te la scelta di una frase per aprire questa intervista
Direi, certamente: Poets go home!

La tua ultima partecipazione in presenza al Festival Internazionale di Poesia di Genova fu in una stagione storica differente rispetto all’attuale: quale suono, immagine, parola, poi divenuto ricordo, associ all’edizione?
Del festival di Genova ho tanti ricordi, ma dell’ultima volta che ci sono stato direi certamente l’incontro con Horacio Ferrer, un maestro che probabilmente non avrei mai potuto vedere di persona senza Parole spalancate. Un incontro poi particolarmente prezioso, per tante comuni posizioni di poetica, per il comune vizio di praticare poesia con musica, per l’importanza data a quella che definirei l’intensità. Con Ferrer poi si è sviluppato un rapporto forte e per me preziosissimo. Inoltre, in quell’edizione ebbi l’occasione di rivedere un vecchio amico e complice in poesia, John Giorno e ogni incontro con Giorno è stato memorabile. Anche quello lo fu…
Poi ricordo qualcosa di completamente diverso: di fronte alla Stanza della poesia, sulla piazzetta piombò un gabbiano che uccise e inizio a sbeccottare un piccione. Un’immagine molto forte, inquietante. Lo ricordo ancora con vividezza: quasi un caveat per il futuro. A quanto vedo ben fondato, ahinoi…

Il “pensiero divergente” per te
È quel pensiero capace di assumersi un rischio, di esplorare il paradosso, entrare nelle pieghe, senza accontentarsi della superficie. La poesia, se è poesia, è sempre pensiero divergente. La poesia, se è poesia, è assumersi un rischio e una responsabilità. Stare di lato.

Sei stato tra i fondatori del Gruppo 93 e della rivista letteraria Baldus; come potrebbe essere accolta la vostra visione di allora nello scenario odierno?
Credo che molte delle intuizioni di Baldus e del Gruppo 93 oggi siano ampiamente praticate da coloro che fanno poesia ‘sperimentale’ o di ‘ricerca’: a partire dall’intuizione della fine della ‘funzione normativa della Tradizione’, alla pratica ‘performativa’, dalla polemica contro ogni neo-liricismo alla voglia di ricostruire una ‘comunicazione’ complessa con i lettori e con tutto il pubblico della poesia. A Baldus si deve l’attenzione per autori oggi al centro dell’attenzione come Villa, Cacciatore, Di Ruscio, Spatola, Vicinelli. Insomma credo che il presente della poesia italiana confermi molte delle visioni che proponevamo a fine del secolo scorso.

[…]«All’okkio come un urlo retinizzato comefossevisto dal fondabisso del/nome e allora cosa resta della tua forma senza la mia struttura di/fiato respirato come zuccherofilato sedimentato compromettendosi/contraddicendosi[…](MUSA!, Mancosu editore, 1991). La differenza tra medium e forma? «La poesia è fatta di acciaio temprato»

Sarebbe un discorso complesso. Intendo dire che proprio di media si discute oggi quando si discute di poesia, prima ancora che di ‘forme’. Oralità, installazione, post-poesia, prosa in prosa, spoken music sono prima di tutto scelte mediali e solo dopo si può, nel caso, iniziare un discorso formale. E le forme di cui parliamo non sono certamente esclusivamente quelle ‘letterarie’.

 

Nel 2001 hai introdotto il Poetry Slam in Italia: la significazione dell’aggettivo Poetry in relazione alla sua collocazione dinnanzi o dietro a Slam
Sempre davanti Poetry slam è la definizione di un evento, non un tipo di poesia o una definizione di ‘poetica’

Con quale modalità ritieni possibile accostarsi al ritmo nella poesia? «È poesia tutto ciò in cui conta contare»
Contando, appunto, cioè mescolando matematica e respiro. Metrica e pulsazione. Come in musica.

«[…]Se ancora esisto è per l’acrobazia/che mai non sazia per quest’ultima carezza un attimo prima del/respiro affannato che mi spezza[…]» (Cucina cannibale, Lello Voce, Frank Nemola, Claudio Calia, Squilibri Editore, 2011). Si parla di ricerca e poesia di sperimentazione: come interpretare questa diversificazione?

Nemmeno ci provo, se non rimandando alle riflessioni che un grande poeta dimenticato, Francesco Leonetti ha negli anni dedicato a questi temi. Sperimentare e ricercare sono sostanzialmente sinonimi. Non si fa ricerca senza sperimentare.

Critica poetica e critica letteraria in Italia oggi
La critica letteraria? Direi che è evidentemente inadeguata ad analizzare e interpretare una forma così plurale come la poesia contemporanea. Sono anni che dico che avremmo bisogno di una ‘critica poetica’ che è altra cosa. Non penso che la poesia oggi possa accontentarsi di una critica ‘letteraria’ né di filologi competenti. L’arte muta, dovrebbero mutare anche gli strumenti con cui la si studia. Cosa che non mi pare che avvenga.

Ricollegandomi al tuo lavoro di insegnante, cosa sta donando la scuola agli adolescenti oggi?
Nulla. Direi che soprattutto la scuola Superiore è addirittura perniciosa per la poesia contemporanea.

Vuoi anticiparci in merito ai tuoi progetti prossimi?
Ho appena terminato, dopo 4 anni di lavoro, un nuovo libro di poesia. Questa volta un libro-libro. Da leggere in silenzio. Un libro di poesia senza poesie… Spero che nel 2022 possa essere pubblicato.

Abbiamo aperto l’intervista con una frase; se volessimo lasciare parlare la parola come significante e come significato, cosa ci direbbe oggi?
“A”, come avrebbe chiosato Louis Zukofsky 😉

Grazie Lello

 

Nota biografica:
Poeta, scrittore e performer.
È uno dei pionieri europei dello spoken word e della ‘spoken music’ ed ha introdotto in Italia il Poetry slam.
Ha pubblicato svariati libri e Cd di poesia, con artisti come P. Fresu, F. Nemola, A. Salis, M.P. De Vito, M.Gross, S. Merlino, tra cui Farfalle da combattimento (Bompiani, 1999), Fast Blood (2003 – Premio Delfini di poesia, con le illustrazioni di Sandro Chia), L’esercizio della lingua (Le Lettere, 2010) Piccola cucina cannibale (Squi[libri], con F. Nemola e C. Calia), per il quale è stato insignito del Premio Napoli 2012.
Il suo ultimo libro-CD, sempre con Frank Nemola e con la partecipazione di Paolo Fresu, è Il fiore inverso (Squilibri editore, 2016), a cui è stato conferito il Premio Nazionale “Elio Pagliarani” di Poesia (2016)
Dal 2017 è il Chief Editor, di Canzoniere, collana di libri/CD dedicati alla poesia con musica e ai Poetry comix, presso l’editore Squilibri.

www.lellovoce.it

 


laura capra* Laura Capra, è nata a Genova ed è specializzata nei settori risorse umane e comunicazione. Ha pubblicato la raccolta di poesie Nero Fittizio (Puntoacapo editore, 2020)