Prima del calcio di rigore - Parole Spalancate Prima del calcio di rigore
Attivo dal 1995, il Festival Internazionale di Poesia di Genova “Parole Spalancate” è la più grande e longeva manifestazione italiana di poesia
Festival, poesia, Genova
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Prima del calcio di rigore

Prima del calcio di rigore

PRIMA DEL CALCIO DI RIGORE. Malinconia e mistero dello sport
Rubrica di Stefano Rissetto*


DOVE SOLO IL PRIMO PRENDE IN PREMIO UNA PIETRA

secondo

Uno solo vince, uno solo è secondo ed è peggio che arrivare ultimo oppure scendere prima a terra, o ancora non essere nemmeno partito.
Il vincitore è il primo, il secondo è il primo dei battuti, a separarli spesso un niente, quasi sempre un capriccio, non di rado il destino.
Corrono ormai soltanto negli almanacchi, non possono ricordarsi e pochi ne coltivano memoria o quel che ne rimane. Sono nomi, sillabe, eccezioni dal suono strano.
Dove sono Luigi Lucotti, Nello Ciaccheri, Leonida Frascarelli, Pio Caimmi, Giovanni Cazzulani, Carlo Romanatti, Ezio Cecchi, Nedo Logli, Wilmo Francioni, Luca Gelfi e Alberto Elli, tutti secondi in via Roma a Sanremo dietro un vincitore che tutti ricorderanno mentre il loro nome rimane soltanto sui registri?
Dov’è Sante Ranucci, secondo alla Freccia Vallone a veder sbiadire l’iride disatteso?
Dov’è Vittorio Algeri, Giovanni Lombardi e Daniele Bennati, secondi a Wevelgem a vedere un altro alzare le braccia?
Dove sono Bruno Cenghialta e Mauro Bettin secondi sull’Amstel, a vedere sfumare la seconda vittoria di tutta la carriera? Dove sono Ambroise Garin, Cesar Garin, Pierino Bestetti, Donato Piazza, Fabio Baldato e Dario Pieri, tutti secondi al Vélodrome André-Pétrieux di Roubaix, dove solo il primo prende in premio una pietra?

Dove sono Loretto Petrucci e Adriano Durante, secondi a Liegi dove cambiano i destini dei corridori ma non i loro? Dove sono Stefano Della Santa e Stefano Cattai, secondi a San Sebastian dove il mare finisce e la terra attende? Dove sono Francesco Chicchi, Angelo Furlan e Marco Marcato secondi a Tours nella città di Martino l’ungherese?
Dove sono Paride Ferrari, Camillo Bertarelli, Alfredo Sivocco, Pietro Linari, Battista Giuntelli, Alfonso Piccin, Allegro Grandi, Adriano Zanaga, Michele Mara, Diego Marabelli, Osvaldo Bailo, Luigi Casola, Giuseppe Minardi, Bruno Monti, Livio Trapè, Angelo Lopeboselli e Diego Rosa, tutti secondi al Lombardia dove cadono le foglie sul lago?
Dove sono Giuseppe Pancera, Giuseppe Martano, Ambrogio Morelli, Mario Vicini e Vito Favero tutti secondi al Tour dove la vita in rosa è gialla? Dove sono Enrico Zaina, Flavio Giupponi, Claudio Michelotto, Italo Zilioli, Imerio Massignan, Ezio Cecchi, Enrico Mollo, Luigi Giacobbe, Federico Gay, Pierino Albini, tutti secondi al Giro dove non c’era miracolo a Milano?
Dove sono Remo Bertoni, Aldo Bini, Michele Gismondi, Nino Defilippis, Franco Bitossi, Gibì Baronchelli e Matteo Trentin, tutti secondi ai piedi dell’arcobaleno?
A dividere il niente dal tutto sono stati un respiro, un battito di cuore, una pedalata. Oppure a volte l’ingiustizia che si fa merito, nel vasto mare della dimenticanza.

 


stefano rissetto*Stefano Rissetto, nato nel 1964 a Sestri Levante, vive a Genova. Da ragazzo avrebbe voluto fare il corridore ciclista e gli è rimasto il rimpianto di non averci provato davvero. Laureato in giurisprudenza con una tesi di filosofia del diritto, giornalista professionista, per un quarto di secolo ha lavorato al Corriere Mercantile e scritto per Stampa, Giornale, Avvenire e altri quotidiani e settimanali. Collabora a Primocanale. Scrive romanzi in cui il calcio c’entra e non c’entra.