08 Apr Il segno e la parola
IL SEGNO E LA PAROLA
Rubrica di Titti Zerega*
Celebriamo i 200 anni dalla nascita del grande Charles Baudelaire
Spleen
Quando, come un coperchio, il cielo basso e greve
schiaccia l’anima che geme nel suo tedio infinito,
e in un unico cerchio stringendo l’orizzonte
fa del giorno una tristezza più nera della notte;
quando la terra si muta in un’unica segreta
dove la Speranza, timido pipistrello,
sbatte le ali nei muri e dà la testa
nel soffitto marcito;
quando le strisce immense della pioggia
sembrano le inferriate di una vasta prigione
e muto, ripugnante un popolo di ragni
dentro i nostri cervelli dispone le sue reti,
furiose a un tratto esplodono campane
e un urlo tremendo lanciano verso il cielo
che fa pensare al gemere ostinato
d’anime senza pace né dimora.
Senza tamburi, senza musica, sfilano funerali
a lungo, lentamente nel mio cuore: Speranza
piange disfatta e Angoscia, dispotica e sinistra,
va a piantarmi sul cranio la sua bandiera nera.
*Titti Zerega, di formazione accademica, dipinge prevalentemente ad olio soggetti che vanno dal figurativo all’informale. Ha prodotto anche acquarelli e tecniche miste in cui entra la parola, il verso, la frase letteraria.
Ha esposto a Venezia e Roma con l’Istituto Internazionale di Grafica. Una sua opera è in Metropolis, libro collettivo d’artista, aperto a leporello ed esposto alla Biblioteca Marciana di Venezia.