Affioramenti - Parole Spalancate Tracce di Poesia contemporanea
Attivo dal 1995, il Festival Internazionale di Poesia di Genova “Parole Spalancate” è la più grande e longeva manifestazione italiana di poesia
Festival, poesia, Genova
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Affioramenti

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AFFIORAMENTI. Tracce di poesia contemporanea
Rubrica di Valentina Colonna*


JONATA SABBIONI

jonata sabbioniJonata Sabbioni nasce ad Amandola (FM) nel 1985 e vive ad Ancona.
È ingegnere edile e architetto. In ambito poetico, ha esordito con il libro Al suo vero nome (L’Arcolaio, 2010 – introduzione di Filippo Davoli), cui hanno fatto seguito Riconoscenze (L’Arcolaio, 2015 – introduzione di Adelelmo Ruggieri) e, nel dicembre 2020, Cosmoscopio (Arcipelago Itaca edizioni, 2020 – introduzione di Massimo Morasso).
Sue poesie sono incluse in antologie, riviste e pubblicazioni online. Redattore di “Nuova Ciminiera” e della Radio on web “Radio Incredibile”, ha fondato e diretto il periodico di cultura e attualità “lAforisma”. Scrive di architettura, ambiente e città per vari spazi online di approfondimento culturale.
È autore di recensioni e commenti critici sulla poesia contemporanea per alcune riviste online e si occupa di promuovere la poesia attraverso iniziative pubbliche e reading.

 

 

 

Dopo averti accompagnato
ai binari ebbi il bisogno di stare
fermo, di stare verticale
mentre l’orizzonte pulsava.
Pensai alla distanza profonda
dentro quell’istante, a chi sta
fermo e alla sua colpa ingenua
perché chi lascia qualcuno
l’aveva infine sempre saputo
(custodito per sé lo strazio
postumo di una guarigione).
Pensai al tuo bagaglio,
al libro che ti avevo lasciato
e che forse ti sarebbe piaciuto.
Quando qualcuno si allontana
e non facciamo niente
per fermarlo sentiamo
di soffrire perché lo meritiamo.
Non si riesce a pensare
alla prossima occasione
e conviene cercare la lingua
per tradurre il vuoto
dell’attimo dopo. Conviene
cercare di rimanere ancora,
ché solo nella luce incolmabile

– da qui,
non ti vedo –
tutto ancora possa continuare.

*

Nell’istante in cui ti ho cercata
abbiamo preso a divergere.
Fu un momento come un suono
in uno spazio aperto.
La mia corsa, allora, fu nel seguirti,
a seguire tutte le cose
e i loro contorni. Seguirle
nel loro mutamento
e nel terrore di rinunciarvi:
né un istante, né una particella,
né un’ombra emanata
nel silenzio della casa.
Neanche alla morte rinunciare,
ché è l’assenza venuta
dalla parola che conduce
all’unico allontanamento
senza dolore.

*

Voglio scrivere una poesia che tu
possa capire meglio di tutti. Come fosse
il gesto che compio quando ti preparo
la colazione, quando provvedo a tutto
e ti accontento. Lo faccio – prepararti
la colazione, sistemarti i capelli, scegliere
i vestiti – per esserti fedele. Noi siamo
gli arresi nell’orfanità della sera dove
eravamo vicini ed eravamo pari. Ora tu
vali di più, sei rimasta lì ma sei altrove,
in ogni mia solitudine e ovunque cerchi
la stessa pietà che mi offri quando
ti abbandono e respingo la bellezza
del tuo sacrificio. Se scrivo è per vigilare
la luce della tua stanza e chiederti
perdono quando ritornerò a te:
se mi vorrai vedrò le cose come
le vedemmo, e il mondo come sarebbe
calmo sul tavolo dove giochi ancora.

*

(Sulla giostra)

Mi saluta, sorridendo, con la rotazione
del mondo e chiama e sbraccia
seduto sul piccolo cavallo colorato.
Sogna di volare, che le zampe stacchino
da terra ma s’incupisce quando
sente l’incomprensibile abbandono
sul cerchio lontano. Poi ritorna e
radioso cavalca e, pur sapendo, vuole
proseguire la corsa: ha l’espressione
di chi vi sale per lasciarsi trasportare
e grida l’euforia e minaccia chi da fuori
guarda di non volersi più fermare…

*

Credo in ciò che non vedo. Quando trovo le persone che amo intorno a me non riesco a capirle, ad accoglierle. So di amarle, di doverle amare. So di temerne l’abbandono. Credo che avrebbero potuto amare chiunque se non fossi esistito. Credo che il mio senso, il nostro appiglio, sia in una coscienza postuma, unicamente.

Da Cosmoscopio, ArcipelagoItaca, 2020

 


Valentina Colonna*Valentina Colonna è poetessa e pianista compositrice. Nasce a Torino nel 1990 in una famiglia di musicisti e ha pubblicato i libri di poesia Dimenticato suono (Manni, 2010), La cadenza sospesa (Aragno, 2015) e Stanze di città e altri viaggi (Aragno, 2019). Si occupa di Fonetica, privilegiando la sua applicazione al campo della prosodia della poesia moderna e contemporanea italiana. Ha ideato e cura la piattaforma VIP – Voices of Italian Poets, archivio sonoro di registrazioni della poesia italiana, presente sul sito del Laboratorio di Fonetica Sperimentale “Arturo Genre” dell’Università degli Studi di Torino.